Emergenza profughi in Bosnia

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Durante il periodo invernale i vari canali televisivi, le radio e i giornali hanno intervistato il nostro concittadino Daniele Bombardi, responsabile Caritas italiana nei Balcani, sulla catastrofe umanitaria dei migranti in Bosnia Erzegovina lungo la rotta balcanica. Migliaia di uomini, donne, vecchi e bambini lasciati senza alcuna assistenza. Un dramma per le persone che si trovavano in quel momento nel campo di LIPA e nelle zone circostanti, non lontano dal confine italiano (circa 350 chilometri da Venezia), pertanto un'emergenza umanitaria che ci toccava e ci tocca da vicino. Il campo di Lipa si trova in Bosnia in una zona montuosa dove durante i periodi invernali nevica molto e fa molto freddo. Il campo durante l'inverno era sprovvisto di costruzioni e tende, di acqua, gas, energia elettrica, servizi igienici e le carenze alimentari erano quotidiane e per cercare di sopravvivere i migranti si costruivano dei ripari di fortuna, visto le bassissime temperature (mediamente – 10/15 gradi) e in questa situazione molti migranti non avevano alcun capo invernale, coperte, sacchi a pelo. Daniele ci aveva comunicato la grande necessità di avere della legna da ardere, perché queste persone in grave difficoltà potessero riscaldarsi. Pertanto, la nostra associazione non ha voluto girarsi dall'altra parte ed essere indifferente a questa tragedia che si consumava davanti alle porte di casa nostra. Abbiamo pertanto inviato a fine gennaio, alla Caritas Ambrosiana, il denaro necessario (soldi provenienti dalla raccolta di rottami ferrosi), per l'acquisto presso un fornitore bosniaco di un camion completo di legna. Legna che è stata consegnata assieme a delle piccole stufe per riscaldarsi e cucinare. Ora la situazione nel campo è un po' migliorata grazie all'intervento di volontari, associazioni e istituzioni pubbliche, sono state montate delle tende e portati alcuni servizi. Nel frattempo, è arrivata la primavera e le temperature si sono alzate, ma il dramma dei profughi rimane.

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