Ciao mamma vado in Africa ... cronaca di un viaggio

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Si fa presto a dire vado in Africa.

Raggiungere il villaggio di Caboxangue in Guinea Bissau, se parti dall'Italia, è tutt'altro che semplice.

La partenza avviene da Venezia, dove via aerea si raggiunge Lisbona.

Dopo alcune ore di attesa, alle 21,30 circa si parte per Bissau.

Il volo dura 4 ore e giunti a destinazione la sorpresa è che l'illuminazione della pista dell'aeroporto, gestita da gruppi elettrogeni, si attiva solo alcuni minuti prima dell'atterraggio.

Scesi dall'aereo, l'illuminazione c'è solo nella zona dogana.

Sono circa le quattro del mattino e ci attende un frate francescano con un fuoristrada per portarci a riposare presso il seminario maggiore di Brà.

Terminato il ristoro presso il seminario, la mattina stessa si parte per il villaggio di Caboxangue.

Per le prime ore tutto bene, si corre attraverso una strada d'asfalto che attraversa tutta la Guinea Bissau fino ad arrivare, dopo circa 2 ore e mezza ad un bivio dove l'asfalto è sostituito dalla terra battuta rossa.

Dopo circa un'ora, la strada di terra battuta diventa una pista in mezzo alla foresta, con scarsa manutenzione e con una continua erosione da parte delle piogge durante la stagione umida, che trasforma la strada in torrente e scava buche profonde ed enormi.

Queste rimangono anche durante la stagione secca, creando degli ostacoli così grandi ai fuoristrada che la velocità oscilla dai 5 ai 10 km/h.

L'autista in queste occasioni è colui che se la cava meglio, in quanto è preparato alle oscillazioni del fuoristrada, molto peggio per i passeggeri, che non le vedono e devono assorbire gli ondeggiamenti del mezzo.

Attualmente la situazione delle strade per raggiungere il villaggio sta migliorando di molto, grazie a dei lavori organizzati dal Governo con il sostegno della Comunità Europea che sono intervenuti anche grazie al nostro interessamento.

Questa strada è molto importante per la popolazione dei vari villaggi, perché migliorerà la comunicazione e i trasporti verso la capitale.

Gabriele Franzin

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