L'Africa nelle mani delle future generazioni
Il titolo sembra un paradosso o sembrano delle parole egoistiche, eppure secondo molti studi e ricercatori è proprio così.
Salvare l'Africa spetta ad ognuno di noi, ma soprattutto ai bambini e alle future generazioni.
Penso che, se un giorno l'Africa e il mondo saranno salvati, saranno proprio i bambini a farlo.
Ecco perché uno dei principi fondamentali su cui si basa la nostra associazione, fin dalla sua costituzione, è la tutela e la formazione dei bambini africani.
Per questo, tutti noi abbiamo il dovere di salvare i bambini.
Ad esempio, sul fronte sanitario i Medici con l'Africa CUAMM, con cui collaboriamo e condividiamo le idee e i principi, sono per noi fonte di ispirazione e faro della nostra azione.
Basti pensare al progetto sanitario e sociale che il CUAMM, sta portando avanti in Africa da diversi anni" Prima le mamme e i bambini 1000 di questi giorni", per capire la grande importanza della tutela della salute di questi piccoli e delle loro mamme.
Il principio del diritto alla salute deve valere per la lotta alla fame e alla povertà, e ai bisogni essenziali delle persone, al diritto allo studio e al gioco dei bambini, e quindi in generale ai diritti dell'infanzia.
Ecco perché i governanti dell'intero pianeta dovrebbero guardare e pensare all'Africa come a un grande continente dalle grandi opportunità da far crescere.
Solo allora diminuiranno i flussi migratori dovuti alle guerre, alla fame, alla violenza e allo sfruttamento del suolo.
Attualmente, purtroppo questa situazione sta alimentando atteggiamenti razzisti evidenti e latenti che serpeggiano sempre più in modo pericoloso.
La nostra associazione in questi anni di attività, assieme a molte altre associazioni, ha cercato di trasmettere sensibilità attraverso l'aiuto concreto condiviso con le popolazioni africane, soprattutto cercando di sensibilizzare tramite i nostri incontri, dibattiti e con il nostro giornalino le nostre idee di cooperazione con e per l'Africa.
Per concludere, i bambini ci ricordano che è nostro compito lasciare un mondo migliore di come lo abbiamo trovato, perché il mondo non lo abbiamo ereditato, ma lo abbiamo avuto in prestito.