Papa Francesco e l'Africa

Papa Francesco e l'Africa
Quanto sotto è liberamente tratto da Limes n. 6/2018: "FRANCESCO L'AFRICANO" di Mario Giro della Comunità di Sant'Egidio.

Papa Francesco viene eletto papa dopo che la globalizzazione ha già compiuto un suo primo ciclo, non riuscendo a creare quella generale prosperità e pace che aveva promesso.
L'Africa non è più soltanto un continente povero ma è divenuta anche un'Africa privatizzata e rampante. 
Tale fervente attivismo economico si svolge in maniera disordinata e anarchica. 
Gli investimenti avvengono per lo più in forma privatistica. Al posto di scuola e sanità pubbliche sorgono scuole e cliniche private. 
Pur rimanendo il continente più povero del pianeta, anche in Africa si va affermando la cultura della globalizzazione e del benessere individuale. L'Africa comunitaria, basata sui valori tradizionali "buoni", della famiglia e della solidarietà, l'Africa alla ricerca di una sua identità originale che si batte contro la povertà e l'esclusione, non esiste quasi più.
Per aprire il Giubileo della Misericordia, Francesco sceglie Bangui capitale della Repubblica Centrafricana, il fanalino di coda nella lista dell'indice di sviluppo umano. 

"Oggi", proclama il papa, "Bangui diviene la capitale spirituale del mondo. L'Anno Santo della Misericordia viene in anticipo in questa terra. Una terra che soffre da diversi anni la guerra e l'odio, l'incomprensione, la mancanza di pace. Per Bangui, per tutta la Repubblica Centrafricana, per tutto il mondo, per i paesi che soffrono la guerra chiediamo la pace!". 
"L'Africa è vittima, è sempre stata sfruttata da altre potenze. Dall'Africa venivano in America, venduti, gli schiavi. Ci sono potenze che cercano solo di prendere le grandi ricchezze dell'Africa … Lo sfruttamento! L'Africa è un martire. È martire dello sfruttamento della storia. (…) E per questo io amo l'Africa, perché l'Africa è stata una vittima di altre potenze".

Papa Francesco è preoccupato dell'ingiusta distribuzione delle ricchezze nel mondo attuale e punta il dito contro "un sistema economico incentrato sul dio denaro"

Occorre reagire. Nell'Evangelii gaudium, papa Francesco chiarisce il suo pensiero: "Oggi dobbiamo dire no a un'economia dell'esclusione e dell'iniquità. Questa economia uccide. (…) Abbiamo dato inizio alla cultura dello scarto che addirittura viene promossa. (…) Tale squilibrio procede da ideologie che difendo-no l'autonomia assoluta dei mercati e la speculazione finanziaria. Perciò negano il diritto di controllo degli Stati, incaricati di vigilare per la tutela del bene comune".
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Nome File: Giornalino Settembre 2018
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