Un "Piano Marshall" per l'Africa
Dall'Africa si stanno muovendo, soprattutto verso l'Italia, migliaia e migliaia di immigrati, che fuggono guerre e miseria.
L'Europa, anche per la carenza ormai stabile di popolazione giovanile, ha bisogno di persone che vengono da fuori, sebbene non tutti gli stati europei sentano questa necessità.
La Germania ad esempio ha assorbito lo scorso anno più di un milione di immigrati e di molti altri ne necessita per lo sviluppo della propria economia, che è la più potente in Europa.
La Chiesa cattolica e Papa Francesco sono in prima linea per l'accoglienza.
Non tutti, anche in Italia, sono sensibili ai drammi di coloro che debbono fuggire dal proprio paese.
Alla fine della seconda guerra mondiale, per risollevare le sorti dell'Europa, distrutta completamente, l'America con il "piano Marshall" intervenne immettendo denaro, risorse, energie.
L'Europa ripartì.
Ci vorrebbe un "piano Marshall per l'Africa"?
Può il resto del mondo, ma soprattutto l'Europa e in primo luogo l'Italia, intervenire in questo modo?
Si può aiutare l'Africa anche in casa sua?
Come scrive il viceministro italiano Mario Giro sull'Avvenire del 7 luglio, (idea condivisa da molti esponenti di primo piano della politica europea), l'Europa sta predisponendo un: "External Investment Plan…. Si tratta di un veicolo grazie al quale 3,3 miliardi di denaro degli aiuti pubblici possono far leva sul mercato finanziario per movimentarne 44 (è lo stesso meccanismo utilizzato dal Piano Marshall - n.d.r.).
È il solo modo per attrarre i privati laddove non andrebbero spontaneamente, e avere anche garanzie sulle eventuali perdite. (…)
L'Africa deve essere messa in grado di non perdere la risorsa dei suoi giovani.
L'Europa può aiutarla a crescere.
Le sfide sono reciproche: entrambi i continenti vogliono sconfiggere disoccupazione, estremismi, terrorismi e rischi connessi al cambiamento climatico e alla povertà."
L'associazione "Insieme per l'Africa" da circa 20 anni si sta muovendo su questa linea.
Giornalino Settembre 2017
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