Attorno ad un fuoco gli animi si scaldano e rinascono

La magia del cerchio

"... Il mio nome è Kutubo, abito a Cobouxange, ho 16 anni, il prossimo anno andrò al liceo ma da 4 anni non frequento la scuola perché non ho disponibilità economiche... ho 4 fratelli e 1 sorella"

"... Il mio nome è Kintino, anche io ho 16 anni e frequento la terza classe..."

E' un sabato pomeriggio al Centro Parrocchiale di Caboxangue quando ci ritroviamo seduti in cerchio per presentarci: un microfono creato per l'occasione aiuta a tirar fuori la voce tra timidezze, curiosità e tanta, tanta voglia di incrociare le nostre rispettive traiettorie.

Ci sono i ragazzi di Caboxangue, ci sono gli insegnanti della Scuola Sambù, ci sono anche i volontari dell'Associazione Insieme per l'Africa e ci sono soprattutto i Frati della Missione.

Sorrisi spontanei e autentici intrecciano da subito gli sguardi tessendo una maglia che ci avvolgerà tutti nelle successive giornate restituendoci calore, allegria, unità.

Le voci dei bimbi dal villaggio fanno da sottofondo a questo nostro primo incontro e sono queste stesse voci ad aver interpellato il nostro cuore.

Così oggi al centro del nostro cerchio stanno proprio questi bimbi, il loro bisogno di crescere in una comunità che sa prendersi cura di loro affinché possano diventare dei "grandi uomini" e dei "buoni cittadini".

Marcellino, Jose, Martino, Augusto, Armando, Sumba e Luis sono i professori e dentro alle aule della scuola Sambù portano avanti i programmi di insegnamento a 322 bambini. 

Fieri della funzione svolta per la comunità e del ruolo a loro sconosciuto, vivono i loro 20 anni già dentro ad un mondo adulto, assumendosi con dedizione le responsabilità che ne derivano.

Ma dentro di sé portano anche la voglia di scoprire, di imparare, di mettersi in gioco e di cercare la propria e l'altrui felicità propria dei giovani e di chi sente di aver risorse ed energie da liberare ed un futuro su cui investire.

KIntino, Qutubo, Domingo, Albino sono ragazzi nati al villaggio e si stanno facendo "grandi" all'interno di una comunità che è la loro e nella quale possono iniziare a giocarsi come "protagonisti" in attesa di essere riconosciuti come "grandi uomini" dopo aver superato il "fanado".

Non è dato a sapersi quali saranno i contenuti che apprenderanno durante questa esperienza ma sicuramente si stanno interrogando su quali desidererebbero vivere per sentirsi autenticamente "grandi".

Giovanna, Luca e Cristina si incontrano rispondendo all'invito di partire per un campo di lavoro a Caboxangue scoprendo di aver percorso il comune sentiero dello scoutismo, che fa del gioco, dell'avventura, del servizio e della vita all'aperto strumenti per crescere nella fratellanza, nel rispetto di sé e degli altri, nella propria Fede. Questo è ciò che sentono di poter e voler condividere dicendo di partire per Caboxangue, consapevoli di viversi come "ospiti" di una comunità che li accoglierà con la propria cultura, la propria lingua, i propri tempi, la propria storia.

Il cerchio di quel sabato pomeriggio al Centro Parrocchiale di Caboxangue raccoglie ed unisce queste storie e queste aspettative... le raccoglie mettendole in circolo affinché possa prender vita e forma uno scambio, ricco e prezioso per tutti.

E lo scambio prende forma attraverso la proposta di nuovi giochi, come il lancio di un roverino o la conquista di un fazzoletto, il ritmo di una danza o le note di un canto appreso insieme.

E prende vita nel gioco entusiastico dei professori durante la ricreazione che testimoniano così l'importanza di prestare attenzione ad una formazione globale del bambino.

Prende vita nell'impegno dei ragazzi a ritirare in missione lo zaino con i palloni per organizzare e proporre dei giochi ai bimbi nel parco del Centro Parrocchiale, vivendo in prima persona il servizio verso il prossimo.

E prende vita nel cuore dei volontari, più che mai convinti di ricevere da questo incontro e da questo scambio, molto più di quanto sentono di aver offerto con la propria presenza.

Poi l'avventura si rinforza attorno ad un fuoco, in una veglia serale illuminata da una limpida luna piena dove raccogliamo insieme pensieri ed emozioni di questo incontro e li sentiamo che sotto quella luce gli animi provano le stesse vibrazioni e capiamo che qualcosa ha preso vita.

Come nei nostri cuori questo incontro e questo scambio ha gettato dei semini che troveranno tempi e terreni per germogliare così anche nei cuori dei nostri fratelli d'Africa questo incontro porterà i suoi frutti.

Cristina Braida


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Nome File: Giornalino Aprile 2011
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