Il primo viaggio di Luigi
Ma quest'anno, quando alle 5:00 della mattina ho affrontato anch'io il faticoso viaggio in pick-up per arrivare alla missione, chilometro dopo chilometro ho cominciato a comprendere quanto lontano ero con la mia immaginazione da quella che effettivamente era la realtà africana.
Potrei parlare per ore di cosa ho visto, di cosa ho fatto, dei bambini, dei loro sorrisi, della loro bellezza e dolcezza, dell'umiltà della popolazione, della fatica di essere donna, dei problemi sanitari e dei luoghi incredibili che ho visitato, ma se c'è una cosa che non riuscirò mai a descrivere a sufficienza è la sensazione che trasmettono quei posti.
Le emozioni, i sentimenti, l'allegria e la tristezza.
E' come se fossero di colpo tutte ampliate senza riuscire a spiegare il perché...
E così giorno dopo giorno osservi queste persone, la loro routine quotidiana e capisci quanta frenesia c'è nella nostra vita di tutti i giorni e di quanto importante sarebbe riuscire ogni tanto a fermarsi e dare più tempo agli altri e ai propri affetti anche semplicemente chiedendo solo "ciao, come stai?".
Questo viaggio mi ha permesso così di capire a fondo anche molti aspetti della missione e dei progetti che l'Associazione sta svolgendo, e dell'importanza reale di alcune scelte che a prima vista sembrano secondarie, e oltre a ciò mi ha permesso di ritornare con un bagaglio culturale incredibile.
Però sentendo le persone alle quali ho potuto raccontare la mia esperienza, dai parenti, agli amici e ai colleghi, tutti sono concordi sul fatto che sono tornato non solo con questo bagaglio culturale, ma con molto di più, qualcosa di intangibile e bellissimo... una strana luce negli occhi...
Luigi Bincoletto
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